Nell’ambito dei lavori è stato presentato, quale esempio virtuoso di collaborazione, il patto d’intesa stretto tra le Riserve MAB UNESCO lungo il fiume Po: Monviso, Collina Po, Ticino Val Grande Verbano, Po Grande, Delta del Po.
In particolare, la Riserva di Biosfera del Delta del Po ha presentato alcuni progetti strategici:
Donne & Biosfera, che ha l’obiettivo di perseguire la parità di genere e stimolare il protagonismo femminile nei territori delle tre Riserve della Biosfera, in particolare sulle tematiche legate allo sviluppo sostenibile ma anche Scuola & Biosfera, un progetto realizzato per sostenere la visita delle classi scolastiche nelle Riserve MAB della Regione Emilia-Romagna – con la scelta di “esperienze” raccolte in un catalogo appositamente dedicato – conferendo un contributo economico alle scuole.
I progetti Life NatuReef e Land4Climate con i quali si interviene a supporto del problema dell’’erosione costiera sperimentando soluzioni naturali (NBS), come la costruzione di barriere coralline di ostriche e policheti o il ripristino delle dune, per proteggere le spiagge naturali;
i progetti Interreg Action e Inaco, e i progetti Life Natconnect 2030 e Fresh, con cui si studiano e si implementano nuovi modelli di gestione idraulica, lotta alle specie aliene e reintroduzione delle piante acquatiche per salvare le paludi d’acqua dolce e la loro cultura;
il primo progetto di conservazione dell’anguilla europea (Anguilla anguilla) concepito su scala dell’intero bacino del fiume Po: LIFEEL;
il progetto PRIMA Nexus RES-MAB che coinvolge 7 riserve di biosfera del Mediterraneo per promuovere soluzioni di adattamento e mitigazione basate sul WEFE Nexus e la resilienza del paesaggio ai cambiamenti climatici.
L’incontro mondiale delle Riserve MAB Unesco ha rappresentato, con i suoi oltre duemila rappresentanti, uno spaccato dell’“ecological civilization” delineata nelle prospettive per il futuro,
anche per il Delta del Po: un ambiente di transizione che per le sue caratteristiche rappresenta un vero laboratorio naturale per sperimentazioni, appunto, soluzioni naturali, esportabili in altri luoghi.
Pako Massaro direttore dell’Ente Parco Regionale Veneto del Delta del Po sottolinea: “La partecipazione al congresso mondiale ci ha permesso di consolidare il ruolo strategico della Riserva di Biosfera all’interno della rete mondiale e della rete delle riserve del Mediterraneo.
Abbiamo avuto l’opportunità di rappresentare la rete delle riserve italiane in un contesto internazionale altamente stimolante che permette di avere un confronto con le esperienze degli altri territori contribuendo ad apportare il nostro know-how sotto il profilo della conservazione e della promozione. La condivisione di buone pratiche permette alle riserve di biosfera, che sono veri e propri laboratori viventi, di lavorare verso uno sviluppo ecocompatibile e rispettoso delle comunità e della biodiversità. Presentare alcuni dei nostri progetti strategici ci ha permesso di condividere esperienze che possono diventare proficue per le altre Riserve di Biosfera.”
Massimiliano Costa direttore del Parco del Delta del Po Emilia-Romagna commenta: “: “È stato molto interessante toccare con mano il mondo variegato e palpitante delle centinaia di Riserve della Biosfera distribuite attorno al mondo, ascoltare dalla viva voce dei protagonisti le politiche future per il programma MAB e vedere come, per molti Stati, le esperienze condotte nelle Riserve della Biosfera debbano rappresentare un traino per modificare le politiche dell’intero paese. La Cina, in primis, sembra determinata ad intraprendere questo cammino di sostenibilità verso il futuro; mi auguro che l’Europa e l’Italia vogliano seriamente andare nella stessa direzione. Per quanto riguarda le nostre attività durante il Congresso, abbiamo presentato con successo i due progetti regionali condotti le Riserve dell’Appennino Tosco Emiliano e del Po Grande, ossia Donna & Biosfera e Scuola & Biosfera e i nostri tanti progetti finanziati dall’Unione Europea per sperimentare nature based solution per fronteggiare le minacce al nostro prezioso patrimonio naturale, dovute ai mutamenti climatici”.
Barbara Braghin


